15 Marzo 2022
Un incontro potente quello di sabato scorso con l’artista Maria Cristina Galli, docente di Anatomia Artistica e Vice-Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera, che la Fondazione Sacro Cuore ha avuto l’onore di ospitare per una conferenza dedicata agli studenti del triennio del Liceo Artistico.
Tantissimi sono stati gli spunti di riflessione, ma anche i suggerimenti pratici e metodologici che la Galli ha consegnato ai ragazzi, offrendo loro anche la straordinaria possibilità di osservarla in diretta nella costruzione del disegno anatomico.
Lasciare che le cose parlino
L’Anatomia artistica è certamente una disciplina esigente, che richiede fatica e studio continuo, oltre che un bagaglio di conoscenze e di tecniche complesse.
Ma Maria Cristina Galli non è partita dalla tecnica.
Ha voluto innanzitutto chiarire coi ragazzi l’importanza fondamentale, nella ricerca artistica, di un preciso approccio alla realtà.
All’artista – ha dichiarato la Galli – è richiesto un lavoro, un lavoro che necessita pazienza: la pazienza di lasciare che le cose ci parlino e ci rispondano, in un dialogo continuo con i materiali, con lo spazio, con il supporto, con l’ambiente.
E ha poi proseguito con un affondo fondamentale sulla natura della ricerca artistica, che non può e non deve avere nessuna certezza o pregiudizio sulle cose, non si pone mai un limite o un traguardo che non sia lontano. Il percorso artistico conduce sempre oltre, là dove ancora non vedi.
Oltre la superficie delle cose
L’artista – ci ha detto Maria Cristina Galli – deve seguire un percorso che è come una linea, e pulire le scorie che si porta dietro come con un bisturi.
L’Anatomia artistica fa questa operazione, opera una sezione, un attraversamento: passa dentro la realtà, la attraversa per sfondarne la superficie.
Il lavoro artistico dell’Anatomia – ma anche della pittura e della scultura - nasce da una curiosità, da un’esigenza di conoscenza, dalla ricerca assoluta di andare a vedere là dove non si vede, di scoprire cosa accade. E non sempre ciò che si scopre è atteso, il più delle volte è inaspettato.
Il territorio di indagine – ha inoltre aggiunto la Galli - è sempre determinato da un punto di vista. Ma per conoscere le cose è fondamentale per l’artista cambiare punto di vista, immedesimarsi in punti di vista differenti, non solo in termini di osservazione. Cambiare punto di vista culturale, sociale, etico e paragonarsi con punti di vista differenti è il fondamento per una più profonda comprensione dell’oggetto dell’indagine.
L’Anatomia nelle mani dell’artista
La disciplina dell’Anatomia si basa su canoni proporzionali che sono di fatto la proiezione ideale di proporzioni perfette. Esse partono da assunti geometrici derivanti dalla Sezione Aurea, una misurazione che esiste in natura. Come affermava Galileo, “Il libro della natura è scritto con la matematica”.
Si tratta di un canone rigido, apparentemente freddo, che tuttavia – ha affermato la Galli - nelle mani di un artista può diventare estremamente malleabile e flessibile.
Perché l’anatomia artistica è come una mappa, un territorio di segni basato su parametri geometrici, di cui devo conoscere perfettamente i punti di riferimento, e che grazie al volume del segno prende corpo.
Una prospettiva affascinante, che ha preso vita sotto gli occhi stupefatti dei 150 studenti radunati in teatro: mentre parlava, Maria Cristina Galli ha infatti disegnato in diretta per loro, consegnando ai ragazzi anche preziosi consigli sul metodo di lavoro, sullo studio, la conoscenza e la scelta dei materiali e del supporto, sull’importanza dell’organizzazione dello spazio di lavoro, sull’uso del corpo mentre si disegna (si usa la mano, si usano le dita, si usa il braccio, e tutto il corpo segue il gesto grafico).
Un’esperienza unica, di cui non possiamo che essere grati!